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Biancanera ed io, "in diretta" sul web
di Mario Barcherini


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Il nostro tenero volpacchiotto rosso, ritornerà a trovarci? Noi ci crediamo, non potrebbe essere altrimenti...    

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Quando sinceramente capiamo che è il giusto momento di riposarci, veniamo quì, nella nostra casetta, nell'impervio selvaggio montano Nord America, anche se, a volte, continuiamo a lavorare, a patto però, che si tratti di lavori piacevoli, di quelli cioè che ci si riposa di più a svolgerli che non a stare senza far niente... a questo proposito, è difficile per noi capire quando staccare la spina delle nostre attività umanitarie, quelle molto faticose, dolorose e a volte sbagliamo in eccesso, tanto che sia io che lei, siamo già svenuti una volta a testa, per aver oltrepassato i nostri limiti ma questo può accadere per troppa generosità, non per fare gli eroi e regalare troppo amore difficile per avere in cambio tanto amore facile, tra cui, il più bello, quello che ci lega da ormai alcuni anni... per fortuna che la mia Biancanera, prima che si verificasse quel nostro perdere i sensi, aveva inventato un bottone, da posizionare il più in alto di tutti, simile agli altri ma racchiudente la proprietà di togliere la gravità intorno alla testa e funzionò perfettamente, quando ci accasciammo al suolo, non ci facemmo male per niente, anzi, tutt'e due ricordiamo, sia pur vagamente, come di aver trovato un morbidissimo guanciale di piume, tra noi e il pavimento... la nostra casetta, che ci siamo costruiti da soli, mettendo insieme le nostre conoscenze, pur essendo l'unica nel raggio di migliaia di miglia, è super sicura, molto più antisismica del necessario, abbiamo fuso una tonnellata di rame, creando un disperditore di terra, per circa una decina di metri sotto di essa, dopo aver perforato la roccia, a prova del fulmine più potente, tutto è rigorosamente naturalmente ignifugo, abiti compresi, ad eccezione della legna da ardere per i nostri caminetti, in caso di incendio potremmo guadagnare velocemente il locale sotterraneo, che è anche antiatomico e, dopo il passaggio di un eventuale fuoco, potremmo risalire su e trovare il nostro nido tale e quale a prima, tranne che un pò annerito ma presto lavato dalle piogge scroscianti estive... ora siamo in inverno e questo non potrebbe assolutamente accadere, ora dobbiamo guardarci se mai da qualche animale inferocitosi per la fame, come ad esempio un orso, un coyote o un lupo ma anche in questo caso, avremmo dalla nostra un altro bottone, subito più in basso dell'altro, emanante scariche elettriche, non mortali ma di sicuro tutt'altro che dolci per chi si senta in vena di troppe effusioni ma per certo, non rientra tra questi il cucciolotto che ci guarda attraverso i vetri della nostra porta finestra... ci scambiamo sorrisi di gioia e poi guardiamo il volpacchiotto e poi ancora sorrisi tra noi misti a preoccupazione che se ne vada via... "Vieni, su, vieni dentro, non aver paura, siamo tuoi amici, vero Mario?" Ma non si azzarda ad alsarsi per aprirgli, non vuol rischiare di far svanire l'incantata visione... "Certo, sarebbe bello se tu potessi convincerlo ma non possiamo obbligarlo..." Allora si fa coraggio, taglia un mezzo chilo circa del coscio di bisonte, ormai cotto a puntino sul caminetto di destra, nello spiedo anti benzopirene, lo infila col forchettone e quatta quatta apre la porta finestra e glielo lancia fumante, proprio ai suoi piedi, in un modo perfetto, da far invidia al piu bel rovescio a due mani della più brava tennista di tutti i tempi... una frazione di secondo di esitazione e poi se lo 'sbrana' in un attimo e ci guarda ancora, mentre festeggiamo l'evento abbracciandoci, la mia guancia destra sulla sua sinistra, senza togliergli gli occhi di dosso e poi, come purtroppo tutti i sogni più belli, scompare, dileguandosi nel gelido fitto... restiamo così non so per quanto ma so per molto e poi mangiamo anche noi, anzi, ci divoriamo il coscio intero, con patate arrosto, aglio e verdure miste cotte su una gran teglia sopra la brace, nonché il nostro buon pane biointegrale appena sfornato e intinto in un sughetto da favola, seduti sulla spessa coperta stesa sul pavimento in cotto grezzo, lavorata a velluto con fibra di abete rosso e la schiena appoggiata su grandi cuscini dello stesso tessuto, a loro volta appoggiati al terzo caminetto, quello sul retro... ah, dimenticavo, il pavimento è riscaldato da tubi in rame in cui circola acqua calda, portata alla temperatura ideale dal fuoco dei 3 caminetti, tanto per precisare...

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Oggi, dopo molti giorni, si rivede il sole e, dopo lo stupendo incontro di ieri, con il volpacchiotto rosso, usciamo a cercare tuberi e radici dolci, dato che abbiamo quasi esaurito le nostre riserve di vegetali... ci voltiamo entrambi verso un forte rumore improvviso, come di un intenso fruscio... "Toh, questo è il periodo delle sorprese, guarda Mario, una paracadutista, si è lanciata da quel piccolo aereo che sta volteggiando sopra di noi, è atterrata proprio in mezzo a quel cespuglio, andiamo ad aiutarla..." "Buongiorno Signorina, tutto bene? Come mai si è buttata in questa zona disabitata, a parte io e la mia ragazza... ci ha visti dall'alto? Ma... sta piangendo, si è fatta male?" "No, tutto a posto, piango per un altro motivo, una lunga crisi con il mio fidanzato che è alla guida di quel velivolo... no, non vi ho visti, né voi né la vostra bella casa in pietra, mi sono gettata dalla disperazione..." "Dal singolare sibilo, dedurrei che il tuo ex compagno di viaggio abbia montato un motore elettrico MB421 a ricarica solare e comunque senza pericolo di rimanere in panne, anche con il cielo coperto, sono stata io a progettarlo, due anni fa... ci sta facendo dei segnali con il braccio, forse vuol sapere come stai..." "Si, è vero, il propulsore è quello, i miei complimenti, in pratica non necessita di manutenzione alcuna, pur non essendo molto veloce ma... non voglio parlarci, voglio liberarmi, siamo stati prigionieri per troppo tempo, di un rapporto solo fisico, non ci vogliamo bene, è questa la triste realtà, siamo stati solo schiavi dei nostri corpi ma ora basta..." "Non per 

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